La pietra magica

Un  giorno in una piccola cittadina nomade viveva un giovane guerriero nobile d’animo che cerca una tra le cose più importanti nella vita : l’AMORE .una mattina il giovane andò da  un vecchio stregone di città e gli  chiese come poter conquistare il cuore della sua principessa , lo stregone gli rispose dicendogli di trovare una pietra magica  arancione  che  avrebbe esaudito il suo desiderio  non si arrese finché  non la trovò .Sposò la donna dei suoi sogni e vissero nella loro comunità felici e contenti con la pietra magica  finché un uomo non imprigionò , il suo potere  dentro un cubo di vetro. Da quel giorno anche quella piccola cittadina cominciò a scomparire.

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Monete e campanelle

MONETE

 

Queste monete appartenevano ad un bambino che poi e’ diventato adulto conservandole sempre. Ogni settimana, suo nonno gli dava una moneta che lui poi custodiva con cura in un piccolo vasetto di ceramica. Ogni moneta che metteva dentro non la tirava piu’ fuori perche’ corrispondeva ad un desiderio. Prima di morire le seppellì tutte con il vasetto di ceramica. Nel 2001 sono state ritrovate con qualche piccolo frammento del vaso ed esposte in questo museo anni dopo.

 

 

 

 

CAMPANELLA

Questa campanella apparteneva ad una bambina. Ogni giorno, ogni notte, dopo la morte di sua madre la suonava.

Dopo qualche minuto appariva il fantasma di sua madre.

Insieme si divertivano, si raccontavano cose: quello che avevano fatto durante il giorno, sogni e progetti.

Purtroppo, la bambina un giorno morì a causa di una macchina che la investì e adesso si racconta che per le vie di Carpi girano ridendo felici i fantasmi della bambina e della madre.

La campanella e’ stata ritrovata sotto il cuscino della piccola dopo qualche giorno dalla sua morte.

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vestiti e cappelli di paglia

Sono rimasta molto affascinata dai cappelli di paglia e i vestiti, perchè noi giovani al giorno d’oggi non sapremmo fare i cappelli e non useremmo quegli abiti.

Ai nostri occhi, ovvero agli occhi dei giovani, i vestiti di una volta possono sembrare brutti e non piacere, però per il tempo di una volta erano belli.

A me personalmente quei vestiti sono piaciuti molto però adesso non li indosserei.

 

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la storia, le armi, garibaldi…

Quando si entra in un museo è come fare un passo dentro la storia.

Ogni oggetto, ogni immagine, porta con sé un pezzo del nostro passato.

Fra i tanti oggetti esposti ha catturato la mia attenzione la camicia rosso fuoco dei garibaldini e il volto fiero di Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi.

Mi sembra quasi di vedere i mille salpare da Quarto per la Sicilia, con tante speranze, spirito di sacrificio e un grande sogno: l’Italia libera e unita.

In questa parte del museo si respira l’aria del Risorgimento, quel lungo percorso che i patrioti hanno dovuto compiere per creare la nostra Patria.

Ed anche Carpi e la nostra zona hanno avuto i suoi eroi.

Tante sono le armi esposte: sciabole, baionette, fucili.

Ognuna di queste è stata nelle mani di un combattente ed ha visto battaglie perse ma anche vittorie; ha causato la morte del nemico ma ha sicuramente dato la salvezza a qualcuno.

Non mancano le divise,  i documenti scritti e le medaglie d’onore, un riconoscimento a chi ha dimostrato tanto coraggio.

Ogni oggetto porta con sé una persona, un volontario che ha creduto in un futuro di libertà, indipendenza e unità.

A 150 anni da quel 17 marzo 1861 un grazie a chi ci ha regalato l’Italia. 

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la prigionia di matteo

“Inseguitelo!Inseguitelo!E’ un infiltrato!”Matteo sentiva le urla dei soldati alle sue spalle ma quando si vide sorpassare da decine di frecce, nonostante fosse stanco, corse ancora piu’ veloce. Quelle gambette agili da dodicenne gli avrebbero permesso di seminare i soldati che sotto il peso delle armature non potevano raggiungerlo, ma dopo un paio di metri cadde, svenuto, e si trascinò a terra il librone di cuoio che teneva sotto al braccio. Missione fallita. Il comandante che l’aveva ingaggiato per infiltrarsi nella rocca nemica credeva in lui, ma Matteo lo aveva deluso. Il ragazzo si risvegliò un paio di ore dopo in uno stanzino buio, freddo, solo due raggi di luce filtravano da uno spiraglio situato sulla parete. In trappola. Se non altro fu felice di constatare che il suo librone era lì, poggiato di fianco a lui.
Da quel giorno scrisse, scrisse di se stesso, di come aveva fallito morto per la patria. Non aveva niente, solo scrivere aiutava i ricordi della madre, della sorellina neonata e del padre, un valoroso che era morto per la patria. Non aveva niente, solo scrivere aiutava i ricordi a sopravvivere nella sua mente.
Centinaia di anni dopo, gli storici trovarono il libro di cuoio nella prigione della rocca e accanto al libro, delle ossicina bianche, sgretolate dal tempo.

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Il vaso di Vittoria

In un piccolo villaggio nella periferia di Carpi, la popolazione aveva contratto una terribile influenza e come se non bastasse la siccità stava devastando il raccolto e donne e bambini, ma anche uomini e ragazzi erano troppo deboli. Cosi’un giorno una ragazzina di nome Vittoria, vedendo che i suoi famigliari erano ormai allo stremo e avendo ancora un po’ di forze, decise che avrebbe provato a fare qualcosa.
Il maestro le aveva raccontato che a cinque miglia di distanza c’era un grande pozzo che Vittoria avrebbe raggiunto quella notte. Cinque miglia l’avrebbero di sicuro stancata parecchio, ma era di sicuro meglio che morire sotto il sole cocente.
Quella notte Vittoria iniziò il suo tragitto e potè finalmente intingere il suo vaso nell’acqua.Tornando indietro si sentiva soffocare dal peso di quel vaso sulla spalla: era un vaso rosso, molto capiente e l’acqua pesava ancor di più; però Vittoria ce la fece. Tornò a casa spossata ma la sua stanchezza venne ripagata dalla gratitudine dei famigliari.
Il vaso, famoso per aver salvato una famiglia dalla siccità, venne rinvenuto in un sito archeologico e donato a questo museo, e ancora oggi padri e figli si tramandano questa storia incredibile.

 

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PALAZZO DEI PIO

Durante la visita al Palazzo dei Pio di Carpi, si notano gli affreschi,

molto numerosi in tutto il Palazzo.

Sono presenti affreschi in molte stanze,che sono stati dipinti nella

prima metà del 1500.

Mi è piaciuto vedere la grandezza e l’imponenza di questi affreschi,

che rappresenta un grande stile.

Questi affreschi sono stati restaurati negli ultimi anni.

Non sono affatto cose banali, ragazzi, sono una buona parte della

bellezza del nostro Castello e ne vale la pena saperne qualcosa in più.

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Cinerario e bicchiere

 

Tanti anni fa una tremenda carestia colpì l’antica citta’ di Carpi, e molte persone morirono di fame. La carestia colpì anche i piu ricchi come la famiglia dei Martinelli. Morirono tutti e gli amici piu’ cari alla famiglia decisero di mettere tutte le loro ceneri insieme nel cinerario di famiglia, così poteronocontinuare ad essere una famiglia per sempre.

 

BICCHIERE DI CRISTALLO

 

Una volta alla piccola Dama Bianca, la mamma e il papa’ regalarono un prezioso e delicato bicchiere di cristallo. Lei, lo mise dentro a una vetrinetta e promise di non usarlo mai perchè aveva paura di romperlo.

Un giorno i suoi genitori morirono e il bicchiere era l’ unica cosa che le restava di loro. Pochi anni dopo la morte dei suoi genitori si sposò con un ragazzo del paese. Poco tempo dopo suo marito si ammalò e una leggenda diceva che,il marito della Dama Bianca,per guarire doveva bere la medicina da un bicchiere di cristallo. La Dama Bianca, mise da parte la promessa fatta ai genitori ed usò il bicchiere, così riuscì a salvare suo marito.

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Il cinerario e le pietre spaziali

VI secolo a.C. IL CINERARIO

Era morto un nostro caro parente e come fanno tutte le famiglie andammo al suo funerale.

La tomba era caratterizzata dalla presenza di un grosso contenitore all’interno del quale si trovava il cinerario con tutto il corredo funebre.

Il cinerario era sormontato da un coperchio a testa umana poggiato su un trono in lamina di bronzo con delle decorazioni orientali.

La forma astratta indicava con precisione che si trattava di un uomo: era mio zio.

LE PIETRE SPAZIALI

Nella nostra tribù ogni Domenica si doveva andare a venerare delle pietre cadute dal cielo.

Tanto tempo fa un bambino scomparve dal villaggio lasciando i genitori e gli amici senza la sua presenza.

Passarono due anni ma del bambino non c’era alcuna traccia.

Una notte caddero dal cielo delle pietre; l’anziano disse alla famiglia del bambino di andare a venerarle. Il giorno dopo il bambino tornò a casa sano e salvo.

 

 

 

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TESTA IN BRONZO

QUESTO PEZZO IN BRONZO É UNA TESTA DI UN ANIMALE ORMAI ESTINTO. È LA TESTA DI UN ANIMALE CHE ERA STATO UCCISO DURANTE LA CACCIA E POI ERA STATO MANGIATO TUTTO IL CORPO DELL’ANIMALE TRANNE LA TESTA CHE ERA STATA IMMERSA IN BRONZO LIQUIDO CHE POI SOLIDIFICANDOSI ERA DIVENTATA DURA. QUANDO CATTURAVANO QUALCOSA GLI METTEVANO AD OGNI PIEDE QUATTRO DI QUESTI PEZZI CHE NON LO LASCIAVANO PIÙ ALZARSI FINCHE’ NON GLIELE TOGLIEVANO. ALCUNE VOLTE LE USAVANO COME ARMI LANCIANDOLE CONTRO IL NEMICO; QUESTI PEZZI DI BRONZO POTEVANO SPACCARE QUALCHE OSSO DEL CORPO O SE NO UCCIDERTI BECCANDO LA TESTA.

QUESTO É UN VASO CONSERVATORE/TRASPORTATORE PERCHÉ CONSERVA/ TRASPORTA TUTTO QUELLO CHE CI SI METTE DENTRO. VENIVA USATO PER PORTARE ACQUA, CIBO O SE NO PER CONSERVARE CARNE,ECC. PER PORTARE DELL’ACQUA DA UN POSTO ALL’ALTRO BASTAVA METTERLO SU UN CARRO E POI PORTARLO ALLA SORGENTE, LAGO O POZZO PIÙ VICINO CHE C’ERA. VENIVA USATO ANCHE PER TENERCI I PESCI DA MANGIARE.

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