“Il destino di ogni deportato è la morte ” scrisse Mordechaj, Polonia. Questa è una delle frasi incise nei muri nel Museo al deportato di Carpi. Il museo è stato inaugurato nel 1973 ed è una vasta area dove si commemora la deportazione con reperti e materiali fotografici.
Dentro questo edificio sono stati incisi, nei muri, delle lettere di condannati a morte della Resistenza europea, che confinano la loro speranza in messaggi ai familiari.
La maggior parte di questi prigionieri sono ebrei, che a causa della dittatura nazista, vengono trasportati in campi di lavoro e quando ormai, immersi dalla fatica , “non ce la fanno più” vengo uccisi e i loro corpi bruciati nei forni crematori.
Alcuni dei prigionieri nei lager potevano scrivere una lettera ai loro familiari solo una volta al mese . Le lettere che mandavano ai parenti erano piene di tristezza ma allo stesso tempo di coraggio come questa:
- “Dolce è la morte la fuori sulle barricate , ma anche appeso alla forca so di non essermi mai arreso ” .
Altre invece invocano la morte come un senso di libertà :
_” è notte. Improvvisamente si sente la chiave che stride nella serratura. Ecco , viene adesso ciò aspettavo da lungo …….
Altri pieni di rimpianti :
_” non rimpiango ciò che ho fatto e , se lo potessi , ricomincerei” , scrisse un parroco.
Poi c’erano prigionieri che non pensavano a se stessi ma agli altri , come Odoardo Focherini:
_” Se tu avessi visto , come ho visto io in questo carcere , cosa fanno patire algli ebrei , non rimpiangeresti se non di averne salvati di più” .
Rammento solo che quando si va in questo museo e si leggono queste frasi non bisogna soltanto leggerle ma bisogna restare li e pensare a tutte le cose più atroci che i deportati hanno provato .
Spero soltanto che cose come le leggi razziali , l’olocausto, ecc. non debbano più accadere .
Concludo con una delle lettere che mi ha colpito di più:
” Anche se io vado , la vita andrà avanti ; voi continuerete a vivere per guidare l’uomo verso una migliore esistenza in cui più nessuno sarà condannato a morte”
manuel e mattia