L’intreccio della paglia

L’INTRECCIO DELLA PAGLIA

 

Nel museo di Carpi ci sono un sacco di cose molto interessanti, reperti risalenti al medioevo ma anche reperti più recenti risalenti alla prima metà del Novecento fino ad arrivare ai giorni nostri. Ciò che mi ha colpito di più sono stati i cappelli in paglia e le macchine utilizzate per intrecciare il truciolo, proprio perché sono molto più vicini ai nostri giorni e perché mi ricordavano i racconti dei nonni.

Nel passato l’intreccio della paglia era il mestiere più famoso per il fatto che di cappelli di paglia ne circolavano moltissimi fra chi lavorava all’esterno in campagna per ripararsi dal sole. E l’industria dei cappelli era fiorente, dai racconti dei nonni veniva seminato un tipo di grano che produceva uno stelo fine, apposito per cappelli molto eleganti ornati di nastrini.

Il grano doveva essere alla falciatura esente da altre erbe, poi messo con cura con la spiga in alto, alla trebbiatura, rigorosamente a mano, in cui la paglia veniva sbattuta facendo attenzione a non romperla, poi veniva recisa al primo nodo, c’era quindi l’imbiancatura: esposizione notturna alla rugiada, la sera esposta, al mattino veniva messa al riparo del sole. La paglia va bagnata prima dell’intreccio per renderla più plastica nell’uso.

 

 

 

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La moda a Carpi negli anni ’60

IL MUSEO DI CARPI PER CHI è INTERESSATO A CONOSCERE IL VECCHIO ABBIGLIAMENTO: HA SCELTO IL POSTO GIUSTO!!!
la cosa che mi ha piaciuta di più sono stati i vestiti,perchè sono molto belli sono molto decorati, ed eleganti sembrano anche dei vestiti da matrimonio perchè mi immagino tutte le donne e le ragazze che girano con questi lussuosi abiti che girano in città a Carpi non ci credo ancora che prima c’ erano questo tipo di abbigliamento e così anche le donne povere sembravano delle regine perchè tutte le donne si vestivano così spero che questo ritorno indietro nel tempo vi sia divertito come ha divertito me quando sono andata al museo ma se ci andate scoprirete più di quello che vi ho raccontato io …a già dimenticavo di dirvi che a Carpi si lavorava anche il trucciolo ed era un lavoro che apparteneva alle donne ed trasformavano la paglia in fili e FACEVANO I CAPPELLI DI PAGLIA mi immagini che sia un lavoro un pochino faticoso ma infine è divertente far diventare la paglia un cappello

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I VASI DEL MUSEO

 

QUESTO VASO E’ STATO TROVATO SOTTO DOVE C’ERANO LE TERRAMARE VICINO A MODENA.

QUESTO OGGETTO PRIMA DI ARRIVARE AL MUSEO CIVICO DI CARPI, EBBE UNA PICCOLA STORIELLA INFATTI E’ ARRIVATO A NOI A META’.

CHISSA’ IL PERCHE’?

IN UNA BELLA GIORNATA DI SOLE, TEMPO FA, UN SIGNORE E IL SUO CANE ANDARONO A CACCIA IN QUELLA MATTINATA.

MENTRE IL SIGNORE CAMMINAVA E CACCIAVA UCCELLI E LEPRI NEL BOSCO, IL SUO CANE COMINCIO’ AD ANNUSARE ED ABBAIARE VICINO A UNA GROSSA PIETRA.

IL CACCIATORE PENSAVA CHE LI’ SOTTO C’ERA QUALCOSA DI PREZIOSO E COMINCIO’ A SCAVARE FORTE.

DOPO UN PO’ DI TEMPO, TROVO’ UN VASO GRANDE MA NON SAPEVA DI COSA SI TRATTAVA.

VISTO CHE IL CACCIATORE AVEVA SENTITO IN GIRO CHE CHI TROVAVA UN OGGETTO VECCHIO SOTTO IL TERRENO VENIVA PAGATO DALLO STATO, ALLORA CHIAMO’ GLI ARCHEOLOGI E DOPO DELLE ANALISI SCOPRIRONO CHE VENIVA DALLE TERRAMARE DELLA PIANURA PADANA E CHE RISALGONO A MOLTI ANNI PRIMA.

SOLO CHE DURANTE IL TRAGITTO PRIMA DI ESSERE PORTATO AL MUSEO, CADDE DALLA MANO DI UN ARCHEOLOGO E SI DIVISE A META’ E PURTROPPO RIMASE SOLO LA PARTE SOPRA.

IL POVERO CACCIATORE ALLA FINE NON VENNE PAGATO PERCHE’ L’OGGETTO APPARTENEVA ALLO STATO.

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I PIATTI

QUESTI PIATTI,  DI ESSERE PORTATI AL MUSEO DI CARPI , HANNO AVUTO UNA STORIA.

SONO STATI TROVATI SOTTO IL SUOLO DELLA PIANURA PADANA PERò SONO PIATTI CON DEI DISEGNI SOPRA QUINDI SONO PIATTI PREZIOSI E APPARTENEVANO AI PiU’ RICCHI.

PRIMA DI ARRIVARE AL MUSEO DI CARPI FURONO TROVATI DA UN OPERAIO CHE UN GIORNO SCAVAVA UN FOSSO VICINO A CASA SUA. L’OPERAIO SAPEVA CHE ERANO OGGETTI  PREZIOSI, ALLORA CERCO’ DI VENDERLI, MA PER LA SPIA DI UNA SUA VICINA DI CASA FU BECCATO DALLA POLIZIA E GLI FURONO SEQUESTRATI E PORTATI DAGLI ARCHEOLOGI CHE DOPO DELLE ANALISI SCIENTIFICHE SCOPRIRONO CHE APPARTENEVANO AGLI ETRUSCHI.

DOPO DEL TEMPO FURONO PORTATI AL MUSEO DI CARPI.

NAWFAL

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ALTRI VASI DEL MUSEO

 

QUESTI SONO DEI VASI CHE FURONO TROVATI  SOTTO IL SUOLO DELLA PIANURA PADANA.

QUESTI OGGETTI, PRIMA DI ARRIVARE AL MUSEO CIVICO DI CARPI, HANNO AVUTO UNA PICCOLA STORIELLA.

TUTTO INIZIO’ IL 29/05/1985, QUANDO A CORREGGIO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA MENTRE SI STAVA COSTRUENDO UNA VILLA SU UN PICCOLO PEZZO DI TERRA, FURONO TROVATI DA ALCUNI MURATORI DEI PEZZETTI DI VASO.

DOPO CHE FURONO TROVATI, I MURATORI SAPEVANO CHE SI TRATTAVA DI COSE VECCHIE E PREZIOSE E ALLORA CONTINUARONO A SCAVARE FINCHE’ TROVARONO TANTI PEZZI.

VERSO LE CINQUE DEL POMERIGGIO, QUANDO ARRIVO’ IL PROPRIETARIO DELLA CASA, GLI FURONO DATI I PEZZI DI VASO.

IL PROPRIETARIO DELLA CASA, NON SAPENDO COSA FARCI, LI PORTO’ AL

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I FUCILI

QUESTI FUCILI RISALGONO AI TEMPI RISALGONO AI TEMPI RISORGIMENTALI  E LA PRIMA GUERRA MONDIALE MA PRIMA  DI ARRIVARE AL MUSEO CIVICO DI CARPI, HANNO AVUTO UNA STORIELLA.

QUESTI OGGETTI FURONO TROVATI NELLA CASA DI UN GENERALE E CAPOESERCITO ITALIANO. ALLA FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE, FURONO PRESI DAGLI AUSTRIACI E FURONO  PORTATI IN UN MUSEO AUSTRIACO, PERCHE’ L’AUSTRIA DICEVA CHE APPARTENEVA A LORO MA L’ITALIA ERA CONTRARIA E INFATTI DOPO TANTI PROESSI FURONO NEL CORSO DEGLI ANNI PORTATI IN ITALIA; POI AL MUSEO DI CARPI.

NAWFAL

 

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anelli di epoca romana

Chiara maggio 012 color Questi anelli di epoca romana sono di rame, sono molto arrugginiti e si trovano al museo di Carpi. Appartenevano alla moglie di un ricco nobile, il quale glieli aveva regalati per il matrimonio. Poco dopo il matrimonio la giovane sposa morì di colera e gli anelli furono donati al museo di Carpi perchè la moglie amava la città.

 

 

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LE CAMPANELLE

Queste campanelle appartenevano a una vecchia dimora di proprietari terrieri, che con i loro raccolti fecero una fortuna.

Di questa famiglia faceva parte una giovane bambina, a cui non importava la lussuosità e i comfort che poteva ricevere nella sua casa, la sua passione erano le campanelle.

Ogni giovedì nella piazza del paese aveva luogo il mercato dove tutte le famiglie più benestanti facevano compere. La madre della piccola non amava il suo interesse per oggetti così squallidi e cercava sempre di attirare la sua attenzione con bambole e oggetti di lusso. Un giovedì la mamma della bambina fu attratta da una bancarella e lasciò alla figlia la borsetta col denaro.

La piccola colse finalmente l’opportunità di comperare le sue adorate campanelle di nascosto; così ogni giovedì quando la mamma viene distratta dalla bancarella, lei corre da quegli oggetti che l’affascinano tanto, li compra e li nasconde nella camera delle serve, dove la mamma non andrebbe mai.

Alice Bellodi

 

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Graffiti (bozza)

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Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, come trattavano gli ebrei qui dentro, saresti pentito solo di non averne salvati dì più. [Odoardo Focherini]

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In ogni gruppo umano esiste una vittima predestinata: uno che porta pena, che tutti deridono, su cui nascono dicerie insulse e malevole, su cui, con misteriosa concordia, tutti scaricano i loro mali umori e il loro desiderio di nuocere.[Primo Levi]
MATTEO DIANA,ALESSANDRO COPPI
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Il vaso igienico

Al tempo dei romani non esistevano ancora i bagni, perciò il bisogno igienico veniva fatto in tutti i posti della città. Solo i più ricchi avevano la possibilità di  avere dei bagni nelle Domus. I bagni non erano così come abbiamo noi oggi, ma erano grandi buchi in cui le persone facevano i bisogni igienici. I bagni di quell’epoca erano anche un luogo di ritrovo, le decisioni più importanti venivano prese lì dentro. I più poveri che non si potevano permettere di avere i bagni nelle case, o li facevano in campagna oppure nella maggiorparte dei casi li facevano in un vaso. Poi il contenitore veniva versato nel fiume. Il problema era che le persone bevevano l’acqua del fiume e spesso si ammalavano. Le condizioni igieniche erano pessime ed era facile morire in quei tempi.

Hilal ed Elena…

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